La tenuta San Guido prende il nome della propria azienda dal personaggio storico San Guido della Gherardesca, vissuto nel XIII secolo. La sua posizione è strategica; San Guido è situata infatti tra le città di Livorno e Grosseto, sulla Costa Etrusca, in piena Maremma, terra leggendaria cantata dai celebri versi del poeta Giosuè Carducci. Le eccellenze del territorio della maremma, che si estende per ben 13 chilometri, partendo dal mare e scendendo per le colline, sono tre: Il Sassicaia, la razza purosangue equina Dormello Oliata e il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, primo in Italia. Il territorio sul quale è collocato l’azienda San Guido si estende per 75 ettari, vocati al Sassicaia. Questo territorio è talmente eccezionale e prestigioso, da essersi meritato un riconoscimento Doc personale (D.O.C. Bolgheri Sassicaia), unico territorio Doc in Italia ad essere incluso per la sua totalità, all’interno della proprietà di un’azienda. In data 18.06.2004, tenuta San Guido è stata scelta per il prestigiosissimo ingresso nel Premium Familiae Vini “ le prime famiglie del vino”. Trattasi di un’importante associazione internazionale (altresì conosciuta come PFV) ufficialmente fondata nell’anno 1993. L’ingresso in questa prestigiosa associazione è assolutamente selettivo, tanto da prevedere al suo ingresso un massimo di 12 famiglie produttrici. Ovviamente l’adesione di ogni famiglia di viticoltori è esclusivamente concessa su invito e necessita di essere inoltre approvata all’unanimità di tutti i soci.

Mario Incisa della Rocchetta sognava da giovane studente nella città di Pisa di creare una vera e propria razza vinicola. La razza vinicola idealizzata dal giovane studente aristocratico era il Bordeaux francese. Quando Mario Incisa della Rocchetta si stabilì con la moglie Clarice sulla costa tirrenica nella tenuta San Guido, coltivò e attuò la sperimentazione di alcuni vitigni francesi (le barbatelle di detti vitigni erano state recuperate dai Duchi Salviati a Migliarino e non in Francia). La conclusione del ricercatore fu che il Cabernet aveva il bouquet che cercava. L’intuizione del giovane viticoltore di piantare viti tipicamente francesi sulle colline toscane si rivelò sensazionale: Egli notò in principio quanto grande fosse la somiglianza tra i territori toscani e la terra francese di Bordeaux. Il Sassicaia dall’anno 1948 al 1967 rimase pertanto un vezzo privato, consumato esclusivamente nella tenuta. Il Marchese si rese tuttavia conto che il vino, con il processo di invecchiamento, subiva un miglioramento incredibile. A volte, alcune proprietà che vengono considerate per i vini difetti, si trasformano presto in incredibili virtù.